
Per la mia generazione, Bucci è stato Ligabue, certo, ma pure il pianista cieco di Suspiria, anche se lì aveva nascosti gli occhi, indimenticabili…
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Per la mia generazione, Bucci è stato Ligabue, certo, ma pure il pianista cieco di Suspiria, anche se lì aveva nascosti gli occhi, indimenticabili…
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Si fa l’Happy Hour. L’ora felice. Ma intorno, a Milano, c’è la peste, come a Orano, però non si capisce bene, in assenza di topi visibili, se sia camusiana o no. Peste in forma di una inquietante fioritura di suicidi, per difficoltà economiche (bastano queste a giustificarli o c’è dell’altro?).
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È un romanzo, un memoir, un saggio letterario sul disagio psichico e sul suicidio, condotto in prima persona, ma è – tolte le etichette – la coraggiosa condivisione di un’esperienza, resa da una scrittrice, usando i ferri (e pure le malizie) del mestiere.
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Molti, ma molti anni fa, cioè nel 2003, il regista dei quattro Oscar 2020 Bong Joon-ho raccontava la storia di un serial killer, meglio: una storia attorno a un serial killer, prendendola di peso dalla realtà di una piccola cittadina della rurale Corea del Sud.
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Ivano Di Matteo (1966) è un regista e sceneggiatore che sa giocare a Cluedo con i fatti di cronaca, in film di solito molto scritti, sceneggiati insieme all’attrice e compagna Valentina Ferlan.
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Mentre cercavo un libro, mi è tornato tra le mani La tigre viziosa (Oscar Mondadori, 1979) di Sergio Antonielli. Proprio oggi, che ho letto sui necrologi del Corriere della scomparsa di Vittorio Spinazzola.
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È il momento di portare in trionfo i fratelli Safdie, Josh e Benny, nati a metà degli anni Ottanta e sbarcati su Netflix dal 31 gennaio, con Uncut Jems – Diamanti Grezzi.
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Avete un’alternativa. Stare tappati in casa e frugare sulla tv on demand, girando pigramente tra un vecchio film e l’altro.
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Bene, un’amica posta in un gruppo di altri amici (amici di un gruppo di Facebook) una riflessione su Liliana Segre. E su quello che Segre ha appena dichiarato: “Rimarrà di noi solo una riga nei libri di storia”.
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A 18 anni, Billie Eilish ha riscritto le regole della pop song, facendo finta di nulla, creando canzoni minimal e sorprendenti, piccoli oggetti industrial e dark.
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Comprai il libro tantissimi anni fa, credo nel 1973. Per prima cosa mi colpì che il volumetto degli Struzzi Einaudi…
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Le anime perse forse hanno una chance per uscire dal loro inferno, anche solo per un attimo. Può accadere che la loro voce diventi per un momento percepibile, sfugga al rumore di fondo di disperazione e indifferenza. (Nota. L’intervista ha avuto luogo prima dell’emergenza pandemia)
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Ma quale caso Rula! Ma quale caso Cally! Il vero dilemma del festival di Sanremo ruota attorno a Rita Pavone.
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E memoir sia: intorno ai trent’anni e in un momento di stallo della sua vocazione (scrivere, ha già pubblicato libri per ragazzi), la protagonista della Città sommersa si trova costretta…
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Ebbene, nella roots music degli Stati Uniti esistono pure le murder ballads, note per versioni d’autore come quelle di Nick Cave.
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1917 ci porta in Francia sui campi della prima guerra mondiale per due ore, che ne sintetizzano una dozzina, lasciando allo spettatore l’impressione…
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Ho camminato da piazza Durante a via Casoretto, ieri sera, e sono passato davanti alla chiesa in piazza San Materno, poi ero incerto se prendere via Ampère o proseguire ed entrare in via Teodosio, nel tratto che incrocia via Wildt. Tanto, tutto è mutato.
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L’ultima volta che ho visto Daniele Del Giudice è stato a Venezia durante una lettura a Palazzo Grassi. Era il 15 maggio del 2012.
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Il 17 ottobre 1982 muore Beppe Viola, talento giornalistico e spirito affine, cui Enzo Jannacci dedica la canzone più limpida di Discogreve, Per un amico, e (sembra) una pausa di ripensamento che ritarda l’uscita dell’album.
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La recensione contiene spoiler ma non contiene giudizi politici su Craxi, qui si parla solo di un film.
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