
È il secondo degli 8 tracks di L’ultima nuvola sui cieli d’Italia (1990), terzo album di Lucio Quarantotto. Partecipò, dice Wikipedia, al Cantagiro 1991. È una canzone che esiste anche senza la musica.
Posso immaginare che Viaggiando verso Jesolo trasfiguri la storia di un bambino che va al mare, a primavera, Jesolo è una località turistica.
Ma l’uomo che guida e che sa – può essere un padre o l’autista di una corriera – conosce qualcosa di inquietante. Sa che tutto va verso il vuoto. Nella canzone c’è un’atmosfera da paesaggio post nucleare, che insieme – si avverte – è la forma del nostro vivere senza senso.
Il mondo di questa gita è pronto a scomparire come la nostra mente durante un temporale perché – e qui sta il lampo della poesia, l’accorciamento fuori da ogni logica – la nostra mente è il temporale… Più che a scomparire, il mondo è pronto a rivelarci la sua inesistenza, il suo status di semplice proiezione di un niente individuale.
Credo che il coretto finale di alleggerimento pop – ‘il mondo faceva il bagno’ come la gente che va al mare – nasca dal fatto che non si poteva proseguire altrimenti, se non con uno stacco, un colpo di tacco, una mossa del cavallo.
Viaggiando verso Jesolo continua, se così si può dire, in Tripoli, terzo track del disco, nel personaggio che sta cercando qualcosa e non lo trova. Ricompaiono il tema del viaggio e la pioggia minacciosa, anche se qui, di Tripoli, non c’è l’ironia che si fa sarcasmo. Forse, e proprio per questo, Viaggiando verso Jesolo è un diamante puro. Per ascoltarla, qui.

PS: se volete contribuire all’uscita del quarto disco di Lucio Quarantotto, Come un film sul muro, potete partecipare alla raccolta di fondi. Per saperne di più, qui.