
È il 1988, Lucio Quarantotto si esibisce al Club Tenco – la rassegna della musica d’autore che si svolge per paradosso nello stesso Teatro Ariston che ospita la musica più leggera; è una performance che ricordo molto bene, Lucio esegue Tripoli ma, non avendo l’arrangiamento pronto, la ‘dice’ lentamente, battendo il ritmo con un martello su un secchio.
La difficoltà/eccentricità di essere live per Lucio Quarantotto si trova anche in un (raro) video su YouTube: Roma, 100 anni di 1 maggio, piazza stracolma, Caterina Caselli presenta Lucio, che ha preso sotto la sua ala, e canta con lui E se questa fosse l’ultima – cioè lei esegue e Quarantotto le zoppica a fianco, si dondola, si guarda in giro, mette e toglie gli occhiali, canta pochissimo, una strofa, poi il refrain con Caterina – ma non vanno insieme, sembra quasi che non stiano nello stesso posto.
Il terzo album firmato Lucio Quarantotto, e non più Lucio 48 in numero, può essere il successo ma lo è solo di critica. L’ultima nuvola sui cieli d’Italia esce nel 1990, al culmine dei due (unici) anni di quasi fama per il cantautore mestrino: è il completamento di un EP voluto e parzialmente realizzato alla corte di Battiato, e contiene anche E se questa fosse l’ultima, che Caselli incide da sola in Amada mia. Quarantotto entra poi nel pool di autori di Caterina e scrive tra l’altro Con te partirò, hit mondiale per Andrea Bocelli – una canzone che, per ironia della sorte, gli assomiglia ben poco.
L’impossibilità di vivere gli presenta il conto il 31 luglio 2012, a 55 anni: si suicida lasciandosi cadere dalla finestra della sua casa di Mestre.
Ora c’è un quarto disco, di inediti, dei demo con la voce di Lucio che sono stati post prodotti. Ci hanno lavorato Piercarlo D’Amato e Francesco Sartori, i suoi pards di sempre (Piercarlo tra l’altro è il terzo sul palco nell’infelice performance del 1 maggio).
Dice D’Amato: “Il nuovo album si intitola Come un film sul muro e dal 2 settembre avvieremo una raccolta di fondi su Musicraiser. I soldi verranno usati per realizzare e stampare cd e vinili e per la promozione dell’intero patrimonio artistico di Lucio”. Intanto, ricordi e storie sul cantautore mestrino appaiono sulla pagina Facebook e sul sito LUCIO 48 LE ALPI
‘dolore’, ‘dolore’
‘morte’, ‘si è ucciso’
‘pathos dell’addio’, ‘percorso suicidale , ‘ristrettezze del presente e ferite del passato’
‘in limine allo scioglimento, in genere funesto’
‘a sette anni dalla morte’ etc…
‘un nuovo album a 7 anni dal suicidio’
Questo non in un libro ma in una quarantina di righe. Mi chiedo cosa rimanga d’altro.
Confesso che mi sono venuti in mente il determinismo (a posteriori, però), persino la gobba di Leopardi cui ancora oggi non solo i ragazzi ricorrono per spiegare le sue lirica e filosofia.
Certo non si può ricorrere ad una anatomia filologica, ma … ma io cercavo i motivi per cui
se inizialmente il suo articolo mi aveva interessato, ad una seconda lettura mi era parso di cogliere la ragione della successiva perplessità che mi aveva colto.
Mi è parso di individuarla in quanto sopra.
A parte qualche approssimativa informazione apparsa qua e là, ovviamente anche questa ex post, lei cosa ne sa della persona? Ed è la funzione interpretativa psicologizzante che si è proposto di avere? Ne ha le competenze?
Credevo che alla musica e al testo dell’ autore di un blog che si presenta come ‘po-
sto per riflessioni su musica e film’ dovesse approcciarsi in modo diverso con attenzione alla voce, al testo e alla musica appunto in quanto specificamente le qualifica, caratteriz-
zando il singolo in questione.
Mi scuso se le mie considerazioni possono sembrare o sono ruvide, ma corrispondono al mio pensiero.
Io credo nello scambio e nel confronto di idee e nella felice opportunità che essi offrono di cambiare angolo di visuale, fragilmente, umanamente propenso a confermare gli ‘a priori’
di chi l’ha adottato se si affida unicamente al suo solipsimo.
Con tutto ciò, comunque, ripeto che le sono grata per aver dedicato attenzione a una persona che la vale.
Non me ne voglia, quindi.
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Sono io che le chiedo scusa. Ho semplicemente collegato delle parole con delle altre parole come faccio sempre, non c’era intento malevolo, anzi.
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Grazie per la risposta (un po’ sbrigativa), che tuttavia mi conferma di non essere riuscita a spiegare quanto intendevo. Non mi ha sfiorato l’impressione di malevolenza, di cui tra l’altro non capirei la ragione, anzi le ripeto che se mi sono imbattuta in questo blog che non
conoscevo è stato perchè positivamente interessata a leggere quanto lei aveva scritto.
Ma non voglio farle perdere altro tempo costringendola a una conversazione. Io non sono protagonista di niente, non mi deve delle scuse.
Le faccio sinceramente gli auguri per la sua attività.
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Le ho risposto in mail
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