Rock&Philosophy. Quando THE CURE leggevano CAMUS: KILLING AN ARAB

Robert Smith (Blackpool, 1959), frontman dei The Cure scrisse Killing an Arab quand’era uno studente sedicenne: la canzone era “un piccolo tentativo poetico di condensare Lo straniero di Camus”. Se conoscete il libro (Gallimard, 1942) o il film di Visconti (1967), ne ricorderete il protagonista, Mersault, divenuto a torto o a ragione un anti-eroe dell’esistenzialismo.

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LA WOODSTOCK NATION e i baffi bianchi di DAVID CROSBY

David Crosby a Milano, il settembre scorso, concedeva l’antico repertorio, sereno e in apparenza non segnato dall’età. L’applauso ha lasciato il posto agli occhi lucidi per la doppietta finale degli encore: Ohio e Almost Cut My Hair, addirittura, cioè un bis duro per dire di una doppia irriducibilità, politica (la canzone contro la repressione di Nixon) e personale, proclamata con orgoglio a quasi ottant’anni, quasi non fossero appassite la vecchia rabbia e il sarcasmo, il desiderio di rivolta e la fede nell’utopia.

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