IL SIGNOR DIAVOLO. Cioè Pupi Avati ritorna gothic

Di Pupi Avati, da giovani cinefili, apprezzavamo con riserva il tocco agrodolce (Una gita scolastica), preferivamo la bizzarria (Bordella) e la cattiveria quando c’era (Impiegati e poi più tardi Regalo di Natale); eravamo però tutti d’accordo su un piccolo capolavoro artigianale, una perla gotica che sembrava isolata nella produzione di Pupi, finché non venne Zeder: La casa dalle finestre che ridono (1976). Tutti ci spaventammo molto. Tornammo a casa raso muro. Ed era la prova che quello era un grande film.

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